Ptosi palpebrale: cos’è cause e trattamenti

La ptosi palpebrale è una condizione che può influenzare significativamente sia l’estetica del viso che la funzionalità visiva dell’occhio. 

In questo articolo assieme al Dott. Domenico Valente vediamo in dettaglio cos’è la ptosi palpebrale, quali sono le cause e come è possibile risolvere il problema con un intervento chirurgico di blefaroplastica.

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Cos’è la ptosi palpebrale

La ptosi palpebrale, nota anche come abbassamento delle palpebre superiori, è un cedimento strutturale che porta una o entrambe le palpebre superiori a posizionarsi al di sotto del loro livello normale che, in condizioni normali, lambisce il bordo superiore della cornea.

Si manifesta in diverse forme, potendo essere completa, nel caso in cui l’occhio rimanga chiuso, o incompleta, quando l’apertura della palpebra è ridotta ma ancora presente. Il grado di ptosi può essere simmetrico, con entrambe le palpebre che si abbassano in maniera uguale, o asimmetrico, una condizione più comune, dove la differenza di altezza fra le palpebre è evidente.

La ptosi palpebrale non è solo un problema estetico ma un grave problema funzionale che influisce sulla normale apertura e chiusura degli occhi.

Classificazione della ptosi palpebrale

La ptosi palpebrale può essere distinta in tre livelli di gravità, basati su l’entità dell’abbassamento della palpebra e sul conseguente impatto sulla visibilità e sulla funzione visiva. Queste categorie aiutano i medici a determinare il corso più appropriato del trattamento e a valutare l’impatto sulla qualità di vita del paziente:

  • Ptosi Lievi: In questa condizione, l’abbassamento della palpebra è appena percettibile ma comunque evidente. La palpebra scende leggermente oltre il bordo superiore della cornea, senza influire significativamente sulla linea di vista. Anche se principalmente un problema estetico, può comunque causare disagio o insoddisfazione per l’aspetto.
  • Ptosi Medie: Questo grado di ptosi vede la palpebra che scende fino a lambire l’area della pupilla. Questa condizione può iniziare a influire sulla visibilità, riducendo il campo visivo superiore e potenzialmente causando difficoltà nelle attività che richiedono una visione completa, come guidare o leggere.
  • Ptosi Severe: Si parla di ptosi grave quando la palpebra scende a coprire il centro della pupilla o, in alcuni casi, l’intero occhio. Questo livello di ptosi non solo è un problema estetico ma impedisce anche la corretta penetrazione della luce nell’occhio. Nei bambini, ciò può portare a condizioni come l’ambliopia, nota anche come “occhio pigro”, in cui l’occhio non sviluppa una vista normale. Negli adulti, può causare una significativa riduzione della vista o addirittura la non visione, interferendo con le attività quotidiane e compromettendo la qualità della vita.

Cause

Le cause della ptosi palpebrale sono molteplici e possono essere classificate in congenite (presenti dalla nascita) o acquisite (sviluppate nel corso della vita). Le principali includono:

Ptosi Palpebrale Congenita

Le ptosi congenite sono spesso il risultato di anomalie nello sviluppo dei muscoli responsabili dell’elevazione delle palpebre o di disfunzioni nei percorsi neurali che innervano queste strutture. Queste possono essere:

  • Quasi sempre bilaterali.
  • Legate a malformazioni dell’apparato di sospensione della palpebra o a disturbi nell’innervazione delle strutture muscolari.

Un aspetto cruciale della ptosi congenita è il suo impatto sulla visione nei bambini: se particolarmente severa, può ostacolare lo sviluppo di una corretta funzione visiva, portando all’ambliopia, comunemente nota come “occhio pigro”.

Ptosi Palpebrale Acquisita

Le ptosi acquisite possono manifestarsi in diverse forme, alcune delle quali includono:

  • Neurogene (legate ai nervi): Queste possono manifestarsi a seguito di ischemie (riduzione del flusso sanguigno) e sono spesso collegate alla paralisi del terzo nervo cranico, che controlla il muscolo elevatore della palpebra superiore e alcuni muscoli oculari. Questi casi sono generalmente caratterizzati da una palpebra abbassata e da un evidente strabismo dell’occhio sottostante.
  • Miogene (legate ai muscoli): Queste sono spesso bilaterali e possono essere associate a condizioni come la miastenia gravis, un disturbo che interessa la trasmissione dei segnali nervosi ai muscoli.
  • Meccaniche: In questi casi, una formazione voluminosa sulla palpebra superiore, come un angioma, o cicatrici risultanti da traumi possono causare l’abbassamento della palpebra, interferendo con il normale funzionamento dei muscoli palpebrali.
  • Senili: Questa forma di ptosi si verifica con l’avanzare dell’età, a causa dell’involuzione fisiologica del tendine del muscolo elevatore della palpebra. Questa condizione è anche associata all’enoftalmo, ovvero l’infossamento del bulbo oculare nell’orbita, un fenomeno tipico della terza età, che porta a un arretramento del bulbo oculare e, di conseguenza, all’abbassamento della palpebra superiore.

Sintomi

La ptosi palpebrale si manifesta principalmente con un abbassamento visibile di una o entrambe le palpebre, cambiando l’aspetto dell’occhio e, in alcuni casi, dell’intero volto. 

Questo abbassamento può variare in intensità: da lieve, appena percettibile, a grave, coprendo significativamente la pupilla, l’iride e altre parti dell’occhio.

Il decorso della ptosi può essere costante o evolvere lentamente nel tempo, diventando più evidente con il passare degli anni.

In alcuni casi, può anche apparire in modo intermittente, variando da un momento all’altro. Quando la ptosi colpisce un solo lato, è più facile notare la differenza confrontando le due palpebre. Tuttavia, la diagnosi può diventare più complessa se entrambi gli occhi sono coinvolti o se il grado di abbassamento è minimo.

Oltre all’abbassamento della palpebra, i soggetti con ptosi possono sperimentare una serie di altri sintomi, tra cui:

  • Difficoltà nel chiudere completamente gli occhi o nel mantenerli aperti, che può portare a una sensazione di affaticamento o a un aumento dello sforzo per vedere chiaramente.
  • Rilassamento della pelle sopra o intorno alla palpebra, che può contribuire all’aspetto cadente e stanco degli occhi.
  • Sensazioni di stanchezza o dolore intorno agli occhi, che tendono a intensificarsi nel corso della giornata a causa dello sforzo costante per sollevare le palpebre.
  • Cambiamenti nell’espressione del viso o nell’aspetto generale, dovuti all’alterazione della simmetria facciale e all’effetto della ptosi sull’espressione visiva.

Diagnosi 

La diagnosi si basa su un esame clinico accurato. Il medico misurerà la posizione delle palpebre e la regione orbitale, con particolare attenzione alla simmetria, alla mobilità e ad eventuali alterazioni strutturali.

Misurazioni Cliniche 

Al centro dell’indagine diagnostica si trovano specifiche misurazioni che offrono uno spaccato dettagliato dello stato delle palpebre:

  • Fessura palpebrale: Questa è la distanza tra la palpebra superiore e quella inferiore, un indicatore fondamentale che riflette l’apertura palpebrale in condizioni di riposo.
  • Distanza marginale riflessa (MRD): Viene determinata la MRD-1, che misura la distanza dal margine superiore della palpebra al centro del riflesso pupillare, e la MRD-2, che fa lo stesso per il margine inferiore. Questi parametri sono cruciali per valutare la posizione e la funzionalità delle palpebre.
  • Funzione del muscolo elevatore: La capacità di sollevare la palpebra superiore è fondamentale per una visione ottimale e viene esaminata per identificare eventuali debolezze o disfunzioni.
  • Distanza della piega cutanea (MFD): Questo parametro aiuta a comprendere la quantità di pelle in eccesso e la sua influenza sulla ptosi.

Esame Oculistico

Il medico non si limita alle sole misurazioni, ma estende l’esame a una valutazione globale che include:

  • Valutazione della simmetria palpebrale: Differenze nella posizione delle palpebre possono fornire indizi importanti.
  • Forza del muscolo elevatore e mobilità oculare: Questi parametri sono fondamentali per valutare la funzionalità complessiva dell’occhio.
  • Produzione lacrimale e chiusura palpebrale (Lagoftalmo): Indicatori importanti di salute oculare generale.
  • Segni di condizioni sistemiche: Presenza di sintomi come visione doppia, stanchezza muscolare, difficoltà nella fonazione o nella deglutizione, cefalea, parestesia possono suggerire patologie che vanno oltre la mera ptosi palpebrale.

Come si cura

Il trattamento principale per la ptosi palpebrale è di natura chirurgica, con tecniche che variano a seconda della causa sottostante e della funzionalità muscolare residua. 

Questo tipo di trattamento è particolarmente indicato nei casi più seri, dove la caduta della palpebra può influire non solo sull’aspetto estetico, ma anche sulla capacità di vedere bene.

Nel mondo della medicina, si sa bene che ogni intervento richiede precisione e attenzione, e quello per la ptosi palpebrale non fa eccezione. Specialmente nei bambini, è fondamentale aspettare che il loro corpo sia completamente sviluppato prima di pensare a un intervento. 

La sfida per il chirurgo è capire esattamente quanto “rinforzare” il muscolo coinvolto. Se il muscolo non viene rafforzato a sufficienza, la palpebra continuerà a cadere. D’altra parte, se il muscolo viene troppo rafforzato, la palpebra potrebbe alzarsi più del dovuto, impedendo una chiusura corretta dell’occhio. Questo può portare a problemi seri, come ulcere o persino perforazioni della cornea, a causa dell’esposizione eccessiva.

Per le ptosi di grado lieve o medio, la decisione di intervenire chirurgicamente è più complessa. Questi casi, pur non compromettendo significativamente la vista, possono creare disagio estetico e problemi pratici. A volte, per cercare di vedere meglio, si può adottare inconsciamente una posizione del capo poco naturale, portando a fastidi o dolori. Tuttavia, vista la complessità dell’intervento e i potenziali rischi, non sempre si opta per la chirurgia in queste situazioni.

Differenza tra ptosi e blefarocalasi

Spesso si tende a confondere due condizioni oculari distinte: la ptosi palpebrale e la blefarocalasi.

Entrambe influenzano l’aspetto delle palpebre, ma le loro cause e le implicazioni per la salute degli occhi sono differenti.

La ptosi palpebrale si verifica quando c’è un abbassamento della palpebra superiore. Questo può essere dovuto a varie cause, come l‘indebolimento o il danneggiamento del muscolo elevatore della palpebra o dei suoi nervi. La ptosi può avere effetti sulla vista e, in alcuni casi, può necessitare di un trattamento chirurgico per evitare che la palpebra interferisca con il campo visivo.

D’altra parte, la blefarocalasi si riferisce al rilassamento e all’assottigliamento della pelle delle palpebre, spesso associato all’invecchiamento. Con il passare degli anni, la pelle perde elasticità e può accumularsi, formando pieghe o pliche sopra gli occhi. Queste pieghe possono dare l’impressione che la palpebra sia cadente, ma in realtà, il problema non riguarda il muscolo o la posizione della palpebra, ma piuttosto la pelle in eccesso.

Mentre la ptosi palpebrale può richiedere un intervento per motivi funzionali, oltre che estetici, per garantire una visione non ostacolata, la blefarocalasi è spesso trattata principalmente per motivi estetici.

La blefaroplastica è l’intervento chirurgico utilizzato per rimuovere l’eccesso di pelle e ridare tonicità alla zona palpebrale. In alcuni casi, tuttavia, se la pelle in eccesso è tale da limitare il campo visivo, l’intervento può essere considerato necessario anche per motivi funzionali e quindi supportato dal servizio sanitario.

A chi rivolgerti per la blefaroplastica

Hai la ptosi palpebrale? Un piccolo intervento di blefaroplastica potrebbe essere la soluzione. 

l Dott. Domenico Valente, con la sua esperienza e professionalità, è il punto di riferimento per questo tipo di intervento. Riceve nei suoi studi a Firenze e Cosenza, offrendo un approccio personalizzato per ogni paziente. Per informazioni o per prenotare una consulenza, contatta i suoi studi. Il tuo primo passo verso il benessere visivo inizia oggi!

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Il Dott. Domenico Valente, medico chirurgo specialista in Chirurgia Maxillo Facciale ed estetica del volto, con esperienza nella traumatologia, negli esiti di trauma e nella chirurgia estetica, partecipa a numerosi corsi in Italia e all’estero per un continuo aggiornamento scientifico e per garantire ai pazienti l’alternativa migliore a qualsiasi problema del volto. Esercita a Firenze.